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LE GRANDI FIGURE: Madre Maria Cronier

autore: SN

Per parlare degnamente di Madre Maria Cronier bisognerebbe avere un’anima come la sua che, al dire del Cardinale Schuster, poteva stare alla pari di quella di santa Gertrude e di santa Metilde.
M. Maria Cronier aveva una bella intelligenza e un gran cuore, ma queste doti scompaiono dinanzi ai doni soprannaturali che su quest’anima privilegiata sparse a profusione il Signore.
Essa gli appartenne sempre, esclusivamente, fin dall’infanzia e Dio stesso fu, nei primi anni, il Maestro unico e dolcissimo dell’anima sua.

Nell’Abbazia Benedettina di Jouarre ove compì la sua educazione e, dove si accostava alla santa Comunione, il Signore le parlava come padre a figliola teneramente amata e la piccola, nella sua innocenza, credeva che questi colloqui fossero necessariamente inerenti al Sacramento.
Nessuno avrebbe scoperto il suo segreto se la bambina non si fosse accusata un giorno alla Madre Abbadessa di aver mancato di rispetto al Signore, distraendosi mentre Egli le parlava. Piccolo episodio della psicologia infantile e delle grazie di cui il Signore la ricolmava fin da allora.
Maria era molto buona con le sorelle e con i fratelli e si occupava di loro con diligente affetto; soprattutto dopo la morte della madre divenne l’angelo della casa. La giovanetta compiva scrupolosamente ogni suo dovere, ma, tutta presa dall’ardore che la consumava, non si accorse della forma più austera che andava rivestendo il suo amore per la famiglia. Il cambiamento però non sfuggì ai fratellini che se ne lamentarono. Tuttavia si sforzò di adattarsi alle loro esigenze.
Era l’inizio di un lavoro che doveva compiersi su scala ben più vasta.
Un giorno Maria udì il Signore rivolgerle le parole dette ad Abramo: "Esci dal tuo paese, dalla casa di tuo padre e vieni nella terra che ti mostrerò; costruiscimi una dimora spirituale, dammi delle anime che si moltiplicheranno e che diverranno un popolo di eletti...".
Con semplicità aderì senza indugio a quell’invito.
Il Signore le aveva indicato e fatto incontrare il sacerdote che doveva per più di cinquant’anni dirigere l’anima sua e fondare con lei una "Scuola del servizio divino" secondo la Regola di san Benedetto.
Ella vi si dedicò anima e corpo. L’edificio materiale cresceva rapidamente sotto la direzione di Maria Cronier, improvvisatasi architetto. Divenuta Madre Abbadessa, fu circondata da uno stuolo sempre più numeroso di anime sinceramente anelanti a Dio.
Ma chi potrà dire la rinuncia di quest’anima, assetata di Dio, gettata in piena attività contrastante con le esigenze dello spirito, con gli stessi doni divini?
Il Signore l’attraeva irresistibilmente per offrirle materia di più ampio e continuo sacrificio. Una particolare grazia del Signore, una sanità fisica a tutta prova e un buon senso non comune permisero alla Madre Cronier di sopportare, senza venir meno, l’azione divina che la sottoponeva a tante alterne vicende. Con la lucidità delle anime vicine a Dio, ben presto intuì tutto quello che il Signore le avrebbe richiesto e con generosità pronunziò un Fiat che sapeva dover durare fino alla sua morte.

Nel 1932, all’Abbadessa più che settantenne Mons. Ildebrando Vannucci Abbate di S. Paolo fuori le mura (Roma), chiederà luce, aiuto, consiglio per la fondazione italiana di Civitella San Paolo (Roma), desiderata da S. E. il Card. Schuster.
Con una prontezza e una generosità che mons. Vannucci non poteva ricordare senza commossa ammirazione, l’Abbadessa si dichiarò pronta ad accogliere e formare nella sua Abbazia le prime aspiranti alla vita monastica per Civitella.
Quando nel 1934 fu pronta la costruzione del monastero di Civitella per accogliere il piccolo sciame, M. Maria Cronier spinse la sua generosità e il suo amore sino a concedere per tre anni dapprima, e ben presto per sempre, alcune tra le sue monache. E tra esse quella che era stata sempre a lei carissima fra tutte e che fu subito nominata Priora Conventuale della nuova fondazione e in seguito Abbadessa, M. Andrea Bonnafous; accanto a lei M. Maria Clara Daudier, insuperabile guida del canto gregoriano e una terza M. Maria Agnese de Saint-Phalle. Ora tutte riposano nel nostro piccolo e raccolto cimitero. M. Maria Cronier amava molto le monache di Civitella divenute spiritualmente le sue figlie; quindi si può immaginare quanto la fondazione italiana, seguita in settembre dello stesso anno da un’altra in Francia, debba essere costata al suo cuore.
Ma essa non calcolava i sacrifici: "... la santità è nell’amore (verso Dio e verso il prossimo); ... bisogna esercitarsi nell’amore, applichiamoci a questo grande lavoro!".
Gli ultimi venti mesi del suo pellegrinaggio terreno furono la realizzazione di quello che l’Abbate D. Romain, suo direttore spirituale, le aveva scritto cinquant’anni prima, nel novembre 1888: "Lei è chiamata a riprodurre tutte le sofferenze dell’Agnello di Dio... Nessuna creatura avrà la possibilità di consolarla e lei stessa, oppressa dalle sofferenze, rimarrà senza parole come Gesù sulla croce".
L’agonia doveva protrarsi senza soste fino all’alba del 24 luglio 1937.
Verso le sei e un quarto una dolorosa contrazione annunciò la venuta dello Sposo. M. Maria Cronier era finalmente congiunta a Colui che essa aveva tanto desiderato e amato.
Le monache più anziane di Santa Scolastica di Civitella San Paolo conservano un ricordo intimo e incancellabile di questa luminosa figura, la gioia di averla conosciuta, con la speranza di essere protette dal suo materno aiuto.

tratto da MONASTICA 2009/1

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