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Vogliamo che questa Regola sia letta spesso in comunità, perché nessun fratello si giustifichi di non conoscerla. (RB 66)

La Regola venne scritta da Benedetto da Norcia (480-547) verso il 529 a Montecassino e si è trasmessa nei secoli grazie alla sua particolare discrezione e misura, alla sua sapienza umana e evangelica.
Ogni giorno la Comunità ascolta insieme un breve passo.


18/05 segue Gli abiti e le calzature dei monaci
55,9I monaci che ricevono gli indumenti nuovi, restituiscano i vecchi, che devono essere riposti nel guardaroba per poi distribuirli ai poveri. 10Infatti a ogni monaco bastano due cocolle e due tonache per potersi cambiare la notte e per lavarle; 11il di più è superfluo e dev'essere eliminato. 12Anche le calze e qualsiasi altro oggetto usato dev'essere restituito, quando ne viene assegnato uno nuovo. 13I monaci, che sono mandati in viaggio, ricevano dal guardaroba gli indumenti occorrenti, che restituiranno poi lavati al ritorno. 14Anche le cocolle e le tonache per il viaggio siano un po' migliori di quelle portate usualmente; gli interessati le prendano in consegna dal guardaroba, quando partono, e le restituiscano al ritorno.

La povertà impone di contentarsi in fatto di colore e di qualità, ma le vesti devono essere di misura giusta per un senso di ordine e di compostezza e l’abate è responsabile anche di questo. A ogni monaco vengono consegnate due tuniche e due cocolle, ma nessuno dovrebbe conservarsi le cose usate e organizzarsi un guardaroba personale: quando si riceve un abito nuovo si restituisce il vecchio, ancora abbastanza in buono stato da poter essere donato ai poveri. E così per le scarpe e le calze, di cui non conosciamo la forma e la misura, ma certamente adatte anche al lavoro della campagna o per un eventuale viaggio.
Quando uno deve andare in viaggio può ricevere un abito migliore, ma dovrà restituirlo lavato al suo ritorno.

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